I delfini rosa del Rio Negro
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I delfini rosa del Rio Negro

Benvenuti, nell’articolo qui sotto vi parlo della visita al “Recanto de boto” dove abbiamo potuto nuotare con i defini rosa del Rio Negro, avvenuta nel corso del viaggio “Brasile Natura” effettuato con Avventure nel Mondo nel luglio 2023.

I delfini rosa del Rio Negro: il “Recanto do boto”

Durante il viaggio Brasile Natura si trascorrono alcuni giorni in barca.

Una barca molto spartana, dove si dorme sulle amache poste sul ponte al secondo livello, e si mangia su di un lungo tavolo nel ponte che si trova appena sopra il livello del fiume, ponte sul quale si trovano anche la cucina e l’angusto bagno che all’occorrenza diventa anche la doccia.

Siamo partiti dal porto di Manaus per trascorrere qualche giorno in quell’ambiente unico che è la foresta amazzonica, immergendoci in una natura incontaminata e selvaggia, lontani dalla frenesia della vita urbana.

Una delle escursioni più memorabili che abbiamo fatto in quei giorni è stata quella al “Recanto do boto”, dove abbiamo avuto l’opportunità straordinaria di nuotare con i delfini rosa del Rio Negro.

Ricordo ancora la delusione del 2016, quando durante il viaggio “Amazonas” con Avventure nel Mondo, nel Parco Nazionale Yasuni (Ecuador), avevo atteso invano l’arrivo di queste nobili creature.

Questa volta, però, grazie a Erico, il compagno di giochi dei delfini della zona, eravamo certi che non avrebbero mancato l’appuntamento.

L’emozione di vedere questi affascinanti cetacei da vicino, in uno scenario così suggestivo, ha reso l’esperienza indimenticabile e ha sottolineato ancora una volta la magia nascosta nel cuore dell’Amazzonia.

I delfini rosa del Rio Negro: storia di una grande amicizia

Erico era un bambino quando ha cominciato a giocare con i delfini rosa del Rio Negro e, crescendo, ha continuato a giocarci e a nutrirli, trasformando questa sua passione in una vera e propria attività lavorativa.

La sua connessione unica con questi magnifici cetacei ha reso Erico una figura centrale nel Recanto do Boto.

Dopo aver portato il secchio con il pesce sul molo, veniamo indirizzati su una piattaforma costruita sul fiume, un luogo perfettamente integrato nell’ambiente naturale circostante.

Elmo, la guida che ci accompagna, ci spiega che tutti potranno nuotare con i delfini a gruppi di non più di sei persone, ma solo Erico potrà dar loro da mangiare, per motivi di sicurezza.

La scelta di limitare l’interazione diretta con i delfini a una sola persona garantisce non solo la sicurezza dei visitatori, ma anche il benessere degli animali, preservando il loro comportamento naturale.

Attualmente, il Recanto do Boto è uno dei cinque stabilimenti autorizzati dall’Istituto Brasiliano per l’Ambiente e le Risorse Naturali per la pratica del turismo acquatico con cetacei, un riconoscimento che testimonia l’importanza della conservazione ambientale e la sostenibilità di queste attività.

La dedizione di Erico e il rigore delle normative ambientali si uniscono per offrire ai visitatori un’esperienza indimenticabile, in armonia con la natura e nel rispetto degli affascinanti delfini rosa.

L’acqua del Rio Negro

La foto sopra, con l’acqua che gocciola limpida dalla mano, mi dà lo spunto per parlare dell’acqua del Rio Negro, che prende il nome proprio dal colore scuro delle sue acque.

Il Rio Negro è un importante trasportatore di sedimenti e nutrienti vegetali provenienti dalla foresta pluviale amazzonica, e contribuisce a creare un ecosistema unico e vitale per l’intera regione.

Sono i tannini presenti nella vegetazione in decomposizione che conferiscono all’acqua del Rio Negro il suo caratteristico colore scuro e torbido.

Questo fenomeno riduce la penetrazione della luce, limitando la crescita di alghe e piante acquatiche, e creando un ambiente acquatico diverso e affascinante.

Un fenomeno naturale particolarmente spettacolare che si può ammirare a circa 10 chilometri dalla città di Manaus è dove il Rio Negro incontra il Rio delle Amazzoni senza che le acque si mescolino immediatamente.

Le due acque scorrono fianco a fianco per circa 6 km, offrendo uno spettacolo visivo straordinario e unico al mondo, noto come “Encontro das Águas”.

Questo fenomeno, al quale abbiamo potuto assistere, è dovuto al fatto che i due fiumi hanno caratteristiche diverse in termini di densità, velocità e temperatura.

La combinazione di questi fattori impedisce alle acque di mescolarsi subito, creando una netta linea di separazione visibile anche dall’alto (come mostrato nella foto qui sotto).

Questo straordinario incontro non solo è un’attrazione turistica affascinante, ma sottolinea anche la complessità e la bellezza degli ecosistemi fluviali amazzonici (foto qui sotto).

Abbiamo potuto accarezzare i delfini rosa

Abbiamo avuto la possibilità di accarezzare questi splendidi animali per una ventina di minuti mentre Erico li intratteneva con giochi e la razione giornaliera di pesce.

I delfini possono mangiare più di 20 kg di pesce al giorno, ma secondo gli standard dell’Istituto Brasiliano per l’Ambiente e le Risorse Naturali, Erico può offrire loro solo il 10% di questa quantità.

Questa misura è adottata per evitare che gli animali diventino dipendenti dal cibo offerto dai turisti e mantengano le loro abitudini di caccia naturali.

Immergendosi con la maschera, si può facilmente constatare, anche se per via dell’acqua scura la visibilità è limitata, quanto sia pescoso il fiume.

I delfini non hanno difficoltà a reperire un pasto abbondante, ma nel breve tempo che abbiamo trascorso con loro, abbiamo avuto la sensazione che apprezzino particolarmente questi momenti di gioco con Erico.

La passione e il trasporto con cui Erico svolge la sua attività sono evidenti, e i delfini sembrano rispondere con entusiasmo e affetto a questo rapporto speciale.

Questa interazione non solo offre un’opportunità unica di avvicinarsi a questi affascinanti animali, ma contribuisce anche a sensibilizzare i visitatori sull’importanza della conservazione e del rispetto per l’ambiente naturale dell’Amazzonia.

Il Pirarucus

L’altra attrazione del Recanto do Boto, che mette alla prova la forza dei turisti con una sorta di pesca del gigante del Rio Negro, è l’Arapaima chiamato anche Pirarucus.

Il recinto dei Pirarucus

Dopo aver nuotato con i delfini, siamo stati accompagnati fino a un recinto di legno immerso nel fiume.

Questo luogo funge da vivaio per alcuni esemplari di Pirarucus, uno dei più grandi pesci d’acqua dolce del pianeta, noti per le loro dimensioni imponenti e la loro forza straordinaria.

Qui, Elmo ci ha illustrato l’importanza di bilanciare le gambe durante la pesca, spiegando che una postura stabile è fondamentale per mantenere il controllo.

Ci ha anche raccomandato di tenere saldamente il bastone, poiché il Pirarucu, con la sua incredibile voracità, strappa l’esca con una forza tale da poter facilmente sorprendere un pescatore inesperto.

Mentre ascoltavamo le istruzioni di Elmo, l’entusiasmo cresceva tra noi, alimentato dall’idea di confrontarci con questi giganti delle acque amazzoniche.

Questo momento non è stato solo un’opportunità per apprendere tecniche di pesca, ma anche un’occasione per apprezzare la biodiversità del Rio Negro e comprendere meglio l’importanza della conservazione di queste specie straordinarie.

Il vivaio di Pirarucus rappresenta infatti un esempio tangibile degli sforzi locali per proteggere e sostenere le popolazioni ittiche, garantendo che queste creature possano continuare a prosperare nelle acque del loro habitat naturale.

Più che di pesca si tratta di un gioco

Più che di pesca si tratta di un gioco: attaccato alla corda non c’è un amo, ma solo un pezzo di pesce che il Pirarucu, puntualmente, afferra e mangia con voracità.

Questo metodo innocuo permette di interagire con i Pirarucus senza arrecare loro danno, offrendo allo stesso tempo un’esperienza affascinante e educativa per i visitatori.

Attraverso questo gioco, è possibile percepire direttamente le impressionanti dimensioni, la forza e la voracità di questi giganti delle acque dolci, rendendo l’incontro memorabile.

L’attività non solo diverte, ma sensibilizza anche sull’importanza della conservazione di questa specie straordinaria, evidenziando il rispetto per l’ecosistema amazzonico e promuovendo pratiche sostenibili.

In questo modo, ogni visitatore può tornare a casa con una comprensione più profonda e un apprezzamento maggiore per la biodiversità e la necessità di preservarla.

Il Pirarucu è noto per la sua aggressività

Con un peso che può superare i 250 kg e una lunghezza di oltre 3 metri, il Pirarucu non è una preda facile neppure per i pescatori locali.

Questo pesce è noto per la sua aggressività e la resistenza che oppone quando viene agganciato da un amo, rendendo ogni tentativo di cattura una vera sfida.

Il suo punto debole risiede nella modalità di respirazione: evolutosi in un habitat povero di ossigeno, il Pirarucu è costretto a salire in superficie per ingoiare aria dalla vescica natatoria situata vicino alla gola.

Questa necessità lo obbliga a emergere ogni 10-20 minuti, momento in cui diventa vulnerabile ai predatori e ai pescatori illegali.

La pesca illegale di questo magnifico pesce è considerata un crimine ambientale e può comportare pene severe, fino a cinque anni di carcere.

Questo severo quadro legislativo riflette l’importanza di proteggere il Pirarucu, una specie iconica e vitale per l’ecosistema amazzonico.

La sua conservazione non solo è cruciale per mantenere l’equilibrio naturale della regione, ma rappresenta anche un simbolo della lotta contro le pratiche di pesca insostenibili e della promozione di un turismo responsabile e rispettoso dell’ambiente.

Ho pubblicato altri articoli sul viaggio “Brasile Natura”: Cascate di Iguazu, il tour in elicottero

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